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quasi artista - epitaffio -

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Come uno schiaffo inaspettato.
Poi non è detto

che sia stata un'artista.
Lo ha desiderato,

cuore matto,

voleva respirare.


Ritratto di donna sparita.
Ora parlate bene di me.

 

 Loredana Savelli - 04/06/2013 15:50:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

A Fiammetta.
Mi riferisco ad una persona che non sono io, una che con l’arte aveva qualcosa a che fare.
Un caro saluto!!

 Fiammetta Lucattini - 04/06/2013 15:30:00 [ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]

E’ ancora presto per scrivere circa una presunta dipartita. Fai versi,vivi e battiti. Hai ancora molto da dire. Ciao!

 Ferdinando Battaglia - 04/06/2013 10:18:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Si nasce tutti artisti, però si vive e si muore diversi.
Anche se qualunque cosa possiamo dire della vita e della morte è sempre launosa perché non "vediamo" completamente cio che "E’".

Ciao Lory

 Maura Potì - 04/06/2013 10:00:00 [ leggi altri commenti di Maura Potì » ]

Che bella! C’è tanto in questa poesia, prima ancora del senso della morte e del ricordo, c’è il senso della vita, l’accettazione di un’esistenza "normale", che non sia necessariamente "straordinaria" perché le si riconosca il suo valore. Mi piace tanto questa strofa, ed è lì che trovo il senso profondo di questa tua: "poi non è detto che si nasca tutti artisti. Lo si desidera come s-fiata un cuore matto,come fiuta un naso lungo". Queste sono immagini straordinarie. Ciao Loredana

 Loredana Savelli - 03/06/2013 22:28:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

a Emilio.
Sorprende quanto pensiero riescano a generare queste semplici parole. Quello che posso dire è che sono pezzi di vita vera, i quali nella scrittura assumono forse una trasparenza leggibile in più sensi, ammesso che uno ci guardi così profondamente e accuratamente come fai tu. Come ringraziarti?

Buona serata a tutti.

 Emilio Capaccio - 03/06/2013 22:04:00 [ leggi altri commenti di Emilio Capaccio » ]

“ soffia via come schiaffo inaspettato.
vien voglia di essere niente.

tornerà alle radici
come cerca la terra una pianta
storta mentre s’alza. ”


Lo schiaffo arriva sempre quando noi pensiamo di non essere pronti a sopportarlo. Ci curva alla terra e rammenta all’Uomo che la Morte appartiene solo ai vivi, a chi resta. I morti morendo ce la consegnano, se ne liberano, perché essi ormai resteranno in eterno immuni alla morte. La morte è solo la preoccupazione di chi ama, lavora, concepisce; di chi va al cimitero la domenica, di chi prega prima di addormentarsi, di chi si confessa, di chi va a messa, di chi ha paura.
Shakespeare diceva: “ se dovrò morire oggi non dovrò farlo l’anno prossimo.”


“ poi non è detto
che si nasca tutti artisti.
lo si desidera
come s-fiata un cuore matto,
come fiuta un naso lungo.

ritratto di donna sparita. ”


Certo, nascere artisti e morire da artisti come Little Tony o Franca Rame può anche aiutare a non lenire il ricordo: ci saranno persone, molte persone, che ricorderanno di loro, di quello che hanno cantato, di quello che hanno recitato, forse anche per centinaia di anni, ma la Morte non è poi così mondana come la si crede, inoltre, non riconosce meriti alle sue vittime; alla Morte piace “sorprendere”, piace far parlare di se, è un’inguaribile eccentrica, e anche qualunquista.
Il problema che susciti, però, è estremamente serio: è la questione del “ricordo”, l’orrore di vivere invano e di essere definitivamente dimenticati come se non fossimo mai esistiti. Di sicuro gli artisti, e tutta la schiera dei personaggi illustri che hanno saputo rendersi noti per meriti o grandiosi demeriti, sono più avvantaggiati di noi, per il ricordo collettivo, ma anche noi abbiamo i nostri piccoli escamotage per essere ricordati a lungo dai nostri discendenti: fino a quando esisterà una vecchia fotografia ingiallita in un vecchio cassettone intamorlito stai pur certa che qualcuno ha avuto cura e attenzione della nostra memoria, ha saputo nutrire la longevità del nostro ricordo.


“ ora parlate bene di me. ”


In questo solo, ultimo, verso si racchiude l’essenza della tua poesia: “parlate bene di me (che sono morto/a”). Perché? Che importanza potrebbe avere se si è morti? L’importanza ce l’ha, si, perché l’uomo vivo, benché immaginandosi defunto, non riesce a concepire un distacco netto ed eterno con la vita dei vivi sulla terra e questo perché pensa imprescindibilmente da “vivo”. Inoltre, in quanto essere vivente l’uomo ha una etica, una morale, che sono alla base del suo paradigma di pensiero, un pensiero che vorrebbe in eterno che gli altri parlassero bene di sé e sentirsi gratificati in qualche modo, avere per lo meno questa piccolo riconoscimento a fronte di una ineguagliabile perdita rappresentata dalla propria vita.


Ciao Loredana

 Cristiana Fischer - 03/06/2013 18:16:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

contesto misterioso, ma che si desideri essere artisti "come fiuta un naso lungo" ah, che bello "schiaffo inaspettato"! me lo tengo

 Giovanni Baldaccini - 03/06/2013 18:08:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Baldaccini » ]

un testo amaro quanto bello. Per quello che mi riguarda, ricorderò senz’altro.

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